Tipo: Documentario
Anno: 2019
Mi sono occupato di: regia, soggetto e sceneggiatura
Cosa hanno in comune un pastore della Barbagia degli anni ’40 e un ragazzo del Gambia del Duemila? Me lo sono chiesto quando nel 2019 ho scelto di raccontare la storia di mio nonno Armando che all’età di 23 anni fu costretto ad allontanarsi dal suo paese, Seui nel centro Sardegna, verso Cagliari evitando così di vendicare il fratello ucciso da una banda di ladri di bestiame e interrompendo sul nascere una faida. E me lo sono chiesto dopo aver conosciuto Lamin che nel 2016 è sbarcato come minore non accompagnato a Cagliari. La risposta l’ho trovata in una strada del centro città che ha dato a entrambi, in tempi diversi, la possibilità di riscattarsi e iniziare una nuova vita grazie a un lavoro dietro il bancone di un bar.
Ho girato Bar Seui nel 2019, è stato il mio primo documentario. Inizialmente pensavo di raccontare la storia di mio nonno con un’intervista ma una volta girate le prime riprese ho dovuto ripiegare su una ricostruzione collettiva di un racconto che altrimenti sarebbe stato impossibile recuperare. Il film è stato costruito attraverso documenti originali dell’epoca, tramite l’utilizzo di foto e filmati di famiglia e d’archivio e grazie ai materiali forniti dai testimoni intervistati.
L’obiettivo del documentario è stato quello di raccontare un fenomeno presente ai giorni nostri, l’emigrazione trasnazionale, parlando però di un’emigrazione interna e di una comunità coesa, quella dei seuesi a Cagliari, che negli anni è riuscita ad affermarsi nel commercio e nella ristorazione, affrontando problemi e pregiudizi simili a quelli che oggi affronta chi si trova a vivere in un Paese straniero.
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