Tipo: Documentario
Titolo: ‘Ignazio. Storia di lotta, d’amore e di lavoro’ di Marco Antonio Pani.
Anno: 2022
Mi sono occupato di: ricerche d’archivio e collaborazione alla sceneggiatura
Professore universitario, ispanista, giornalista, scrittore, critico d’arte, poeta, autore teatrale, regista. Ignazio Delogu (1928 – 2011) è stato tra gli intellettuali sardi più importanti del secondo Dopoguerra, eppure oggi non è conosciuto come meriterebbe. La sua figura e la sua memoria sono state ricordate nel documentario ‘Ignazio. Storia di lotta, d’amore e di lavoro’ (2022) firmato dal regista Marco Antonio Pani e finanziato dalla Fondazione di Sardegna, dalla Società Umanitaria Sardegna, in collaborazione con la Fondazione Enrico Berlinguer.
Lavorare a questo progetto, per quanto riguarda le ricerche d’archivio e la collaborazione nella stesura della sceneggiatura, mi ha dato l’opportunità di conoscere un uomo dalle mille vite capace di occuparsi senza soluzione di continuità di materie e arti diverse e capace di una militanza politica oggi rara.
La ricostruzione della biografia di Ignazio Delogu e il reperimento di materiale fotografico e filmato è durata diversi mesi e si è svolta in collaborazione con gli archivi di diverse istituzioni regionali, nazionali e internazionali delle città e Paesi in cui visse o frequentò per lavoro: Sassari, Usini, Bari, la Spagna, il Cile.
Ad emergere dalle ricerche è un personaggio impossibile da inquadrare in una categoria proprio perché gli steccati della conoscenza Delogu li saltava a piè pari e senza chiedere il permesso. Da subito, da quando appena ventenne arrivò a Roma per studiare Lettere e dedicarsi nel frattempo al teatro e alla vita politica. Nella Capitale abbracciò l’ideologia del Partito comunista italiano e qui iniziò la sua attività giornalistica. L’Unità, con il mondo diviso in due dalla cortina di ferro, gli aprì le porte della Spagna franchista e del Cile. In qualità di inviato in questi due Paesi conobbe personaggi di spicco come il poeta spagnolo Rafael Alberti e Pablo Neruda. Di entrambi fu amico e di entrambi ne tradusse le opere in italiano. Ancora oggi viene riconosciuto tra i massimi esperti della poesia nerudiana tanto da aver ricevuto una delle due uniche medaglie consegnate in Italia per i festeggiamenti dei cent’anni dalla nascita di Neruda. La seconda fu consegnata all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Col Cile Delogu ebbe un legame particolare sia prima del 1973 con il presidente Salvador Allende sia successivamente quando il Golpe dell’undici settembre ne rovesciò il governo e il generale Pinochet prese il potere. In Italia nei giorni successivi a questo avvenimento, sulla spinta di diverse forze politiche, nacque il comitato Italia-Cile guidato proprio da Ignazio Delogu. Grazie a questa organizzazione e al ruolo di Delogu, come ricostruito nel documentario attraverso diverse testimonianze, nel nostro Paese trovarono rifugio migliaia di esuli cileni, compreso il gruppo degli Inti-Illimani simbolo della resistenza alla dittatura militare. Negli anni successivi, grazie alla profonda conoscenza del mondo latino-americano, Delogu divenne uno stretto collaboratore di Enrico Berlinguer tanto da affiancarlo in diversi viaggi all’estero compreso quello di Madrid nel 1977 che segnò l’atto di nascita dell’Eurocomunismo.
Ma Delogu tenne sempre un piede in Sardegna con un orizzonte costante: quello di raccontare gli ultimi. Così se da un lato mise insieme le poesie dei cileni incarcerati o esuli (nel libro ‘Il sangue e la parola’), dell’Isola dalle colonne de La Nuova Sardegna e con due documentari (‘Vivere qui’ e ‘Il futuro si chiama Rinascita’) nei primi anni Sessanta raccontò Carbonia e la vita dei minatori. Della città mineraria scrisse ‘Carbonia, utopia e progetto’ mentre a Sassari dedicò ‘La luna di via Ramai’.
Scrisse numerosi versi nella sua lingua, il sardo, che considerava al pari delle altre, per raccontare con la poesia gli umili contadini di Usini, i vari Billia, Barore, Totoi, la gente del popolo che aveva conosciuto nella sua infanzia e che mai aveva dimenticato. Nel 1992 vinse il prestigioso premio Dessì con la raccolta di poesie ‘Oscura notizia’.